Adrian

Gilbert Adrian, è stato il costumista di alcune delle più grandi star femminili, come Greta

Gilbert Adrian, è stato il costumista di alcune delle più grandi star femminili, come Greta Garbo0112, Norma Shearer, Jean Harlow, Katharine Hepburn e Joan Crawford.

Gli Esordi

Adrian, già dall’infanzia mostrò le sue grandi doti, come la fantasia, immaginazione e un’innata consapevolezza di ciò che è bello;

Queste caratteristiche nella sua vita lo seguiranno e gli faranno guadagnare un posto nella storia della moda e del cinema.

Adrian mostra per la prima volta il suo talento nella sua scuola elementare, a Naugatuck, nel Connecticut, dove era nato nel 1903.
Qui un pomeriggio dopo le lezioni, disegnò una Calliope circondata da note colorate e una nube di vapore, alle sue spalle una parata del circo con leoni, scimmie e zebre, ornate da stampe e tessuti multicolor. La sua insegnante appese in disegno in classe e divenne la meraviglia della scuola.

Le doti nel disegno di Adrian non furono di certo un caso dal momento che sua madre era un’esperta pittrice e che suo padre, un abile disegnatore.

Nel 1921 si trasferì a New York, dove frequentò la Parsons School of Fine and Applaied Art.

Inizialmente trovò il suo percorso soddisfacente, ma quando lo studio diventò poco stimolante, decise che sarebbe stato meglio trasferirsi a Parigi.

Adrian durante i suoi studi alla Parsons ottenne da una nuova e grande sicurezza e autostima in se stesso.

La Scoperta

Il Bal du Grand Prix, tenuto al Teatro dell’opera, era un evento bizzarro e popolare in cui artisti e stilisti di Parigi si sfidavano per la fantasia con scenografie e costumi;

Questo evento era per Adrian un rito di iniziazione al mondo del design e dell’arte, pertanto Adrian spese molto tempo e denaro per creare un costume.

Il duro lavoro diede i suoi frutti, l’abito fu infatti notato da Irving Berlin che cercava un disegnatore di costumi per Broadway.

Adrian firmò il contratto, che gli permise di realizzare alcune opere, non i costumi che erano già stati eseguiti, però ottenne molto di più. Infatti Berlin non si scordò di Adrian negli anni seguenti, affidandogli importanti incarichi.

Durante una prima, fu notato da Natacha Rambova, moglie e l’agente dell’attore Rodolfo Valentino, che, quando vide le affascinanti opere di Andrian, non esitò ad affidargli il suo primo film nel 1924.

Hollywood

Adrian a Hollywood divenne euforico, per la prima volta aveva un lavoro stabile e un reddito, oltre ad un ufficio negli Studi Paramount.

Terminate le riprese di Notte Nuziale, Adrian iniziò a creare i costumi di Hooded Falcon, per abbandonarli subito dopo poichè richiamato da Rambova per occuparsi del nuovo progetto di Rodolfo: Cobra.

Per questa pellicola Adrian ideò un guardaroba di una donna lavoratrice, prestando sempre molta attenzione alla verosimiglianza; infatti la segretaria indossa sempre gli stessi outfit, come farebbe qualsiasi donna con modeste possibilità economiche.

Mentre per Nita Naldi Adrian usò sontuose pellicce e ricchi materiali, come velluto e seta.

Passò qualche tempo prima del film successivo, dal momento che, per ristrettezze economiche, alla Rambova non fu permesso di occuparsi della carriera di Valentino.

Questo fu un duro colpo e l’agente di Valentino, per tenerla occupata, le commissionò il film What price Beauty?; ancora una volta la Rambova chiamò Adrian, per disegnare i costumi del film.

Adrian viene contattato per il prologo della premiere del film di Charlie Chaplin The Gold Rush, a cui sarebbero stati presenti noti volti di Hollywood.

Adrian, dopo la prima, aveva ad attenderlo ben 5 offerte di lavoro, una delle quali proveniva dalla DeMilleStudios, preferita alle altre perchè secondo lui più stabili.

MGM

Nato come un prestito da parte degli studi Demille nel 1928, quando Adrian arrivò all’MGM restò sbalordito, dal momento che durante l’esperienza precedente si era occupato di cose semplici, tralasciando i costumi elaborati.

Qui invece Adrian con il primo film, The Masks of the Devil, con l’uso di abiti bianchi e neri, dal taglio severo, con linee dritte e con pochissime decorazioni, sbalordì tutti.

Con il film successivo Dream of Love, nel 1928, Adrian ebbe qualche problema con l’attrice co-protagonista dell’inedita Joan Crawford, Aileen Pringle;

Aileen interpretava una duchessa, ma, nonostante Adrian le avesse spiegato che troppe pailettes e diamanti non andavano bene, pretese un abito eccessivo per una donna reale.

Aileen fu così soddisfatta che richiese Adrian che per il suo film successivo: A Single Men.

Qui Aileen interpretava una segretaria che subisce una trasformazione, così per il finale Adrian diede il meglio di se:

in quindici giorni creò l‘abito più costoso realizzato dalla MGM fino a quel momento (850$), Aileen rimase così colpita che, terminato il film, comprò l’abito.

La Professionalità

Con l’esperienza Adrian imparò che se la cliente era soddisfatta, ritornava e portava altre clienti; quindi diventò un maestro nel combinare i desideri delle attrici e ciò che richiedeva la trama del film.

Adrian era una persona precisa e attenta, impiegò mesi per sistemare il suo ufficio all’MGM e dopo di che riorganizzò l’intero reparto costumi.

Adrian era anche molto attento alla puntualità, se un’attrice faceva tardi, Adrian cancellava l’appuntamento e lei era costretta a fissare un’altra data. Non aspettava proprio nessuno.

Il Processo Creativo

Adrian era seguito da un’equipe molto preparata, da lui sapientemente selezionata.

La Bozza

Si iniziava con l’approvazione del copione da parte del produttore, che poi veniva trasformato appositamente per i costumisti; diventava così in un elenco di scene, una sintesi della trama e una scheda per ogni personaggio.

Una volta ricevuto il copione, Adrian disegnava a matita i bozzetti degli abiti, per poi chiamare l’attrice e confrontarsi con lei.

Terminato il bozzetto, che racchiudeva in se tutti i dettagli: i tessuti, ricami e colori, i gioielli e le scarpe, fino alla maglieria.

L’Approvazione

Successivamente vi era il confronto con il regista e il produttore.

Se il bozzetto non veniva approvato, Adrian doveva ricominciare dall’inizio.

Invece se il figurino andava bene, Adrian prendeva gli acquerelli più somiglianti possibili al colore che sarebbe apparso sullo schermo.

Il Primo Modello

Il prototipo del vestito veniva creato dai sarti in mussola non candeggiata, un tessuto molto leggero, simile alla garza da medicazione, dove venivano apportate le varie modifiche.

Così le star venivano chiamate per la prima prova, in cui camminava, girava e posava, in modo che Adrian vedesse il vestito da ogni angolatura.

Adrian lavorava direttamente sulla modella, che muoveva braccia e gambe per ore, finchè il tessuto non diventava parte di lei.

Quindi questa era la prima e l’ultima prova dell’abito, fino al suo completamento.

Il Completamento

Dopo che un sarto, sotto la supervisione di Adrian, aveva sistemato ogni dettaglio, l’abito veniva cucito con il tessuto e colore scelti.

Quando tutti i vestiti erano pronti si organizzava una sfilata, in cui le attrici indossavano i loro abiti, con i produttori e il regista.

Qui Adrian era solito filmare ogni dettaglio in modo da poter vedere meglio e con più calma come tutte le linee si sarebbero mosse e quindi come lo spettatore avrebbe percepito l’abito durante il film, focalizzando la sua attenzione sul movimento dell’abito.

Per ogni abito esistevano varie copie in modo che se si macchiava, rovinava oppure se serviva per un altro ciak non vi sarebbe stato alcun problema.

Le Innovazioni

Adrian doveva prestava molta attenzione alle nuove tendenze, curando sempre quello che lo spettatore avrebbe visto nello schermo.

Per questo motivo la sua gamma di colori era abbastanza limitata.

Dal momento che la pellicola era monocromatica, spesso si affidava quindi al bianco e nero, in modo che questi colori creassero un miglior impatto nella pellicola, essendo ben riconoscibili, al contrario di altri colori come ad esempio il grigio.

Adrian era solito concentrare i dettagli degli abiti intorno al collo, poiché era il punto dell’abito più ripreso, essendo vicino al viso.

Le riprese a figura intera infatti erano rare e veloci, quindi le gonne servivano solo ad esaltare la figura dell’attrice.

I Capolavori

Solo con alcune pellicole Adrian ebbe l’occasione di creare degli abiti stravaganti, dando libero sfogo alla fantasia e creando delle opere che nessuno si è avvicinato più ad eguagliare.

Adrian diede esempio del suo immenso talento in The Women, nel 1939, girato in bianco e nero, ma includeva una sfilata di moda di 10 minuti in Technicolor, che mostrava i disegni più audaci di Adrian.

Adrian è anche noto per i suoi costumi stravaganti, come in The Great Ziegfeld (1936) e abiti d’epoca opulenti come quelli per Camille (1936) e Maria Antonietta (1938).

Dinner at Eight

Il vestito di Jean Harlow in Pranzo alle 8 disegnato da Adrian, è diventato senza dubbio il suo emblema.

Infatti pensando a Jean Harlow viene subito in mente con il suo lungo vestito bianco di satin dal taglio diagonale, studiato appositamente per allungare la sua figura snella, e le sue maniche di piume.

The Great Ziegfeld

Adrian ha tratto ispirazione proprio dagli stessi abiti usati dalle ragazze ziegfeld in Midnight Ziegfeld, ma modificandoli in modo prodigioso e inaspettato, creando abiti dall’avanguardia pura.

Necessitò di più di:

  • un anno per ottenere tutti i materiali per ricreare gli abiti
  • 250 persone che terminarono i costumi in 6 mesi
  • 100 assistenti una volta iniziata la reale produzione.

Molti abiti erano davvero pesantissimi, alcuni arrivarono a pesare quasi 50kg e necessitavano di speciali imbottiture per attutire il peso.

Nell’abito di Virginia Bruce, solo il cappello di vetro pesava 10kg, necessitò infatti di 3 uomini per raggiungere il set.

Usò:

  • 50kg di pailettes argentate di varie misure;
  • un milione di piccole pailettes argentate;
  • 300 gocce di cristallocategoricamente tutte della stessa misura;
  • 10000 metri di chiffon plissettato;
  • 12 metri di piume di struzzo;
  • 55 dozzine di code di fagiano;
  • 40kg di gioielli per i costumi, incluse le perle.

Il Mago di Oz

Il mago di Oz è stato il libro preferito di Adrian durante la sua infanzia, infatti nei suoi libri di scuola era solito disegnare dei bozzetti di come immaginava i loro costumi.

Per questo film disegna circa 3210 bozze, tutte colorate a mano affinchè rispecchiassero i colori del technicolor, grazie alla lista di relative color values, usata anche da truccatore Jack Dawn.

Adrian diede sfogo alla sua immaginazione, ad esempio per i Munchkin creò abiti, pantaloncini e scarpe, arricchiti con grandi bottoni, fiocchi e cinture per enfatizzare la statura. Usò inoltre il feltro per i loro costumi, per dare ancora di più la sensazione che fossero pupazzi.

Per le ali delle scimmie volanti usò la stoffa, ma non molto soddisfatto del risultato decise che quelle andavano bene per le scene in volo ma che per i piani ravvicinati avrebbe usato delle piume vere.

Le Incredibili Clienti

Adrian era molto famoso per i suoi abiti da sera per le grandi attrici, lavorò infatti con Joan Crawford 28 volte, Shearer 18 e Harlow 9.

Ha lavorato con la Garbo per la maggior parte della sua carriera. Il cappello di Eugenia nel film Romance divenne un icona nel 1931 e influenzò la moda del decennio.

Adrian era anche dietro gli abiti firmati della Crawford con grandi spalline, che in seguito hanno generato una moda.

Famoso ha insistito sul miglior materiale e abilità nella creazione dei suoi progetti.

Gli Ultimi Anni

Dopo aver lasciato la MGM, ha fondato la sua casa di moda.

Ricevette varie offerte dai rivenditori per progettare la vendita pubblica, ma le respinse tutte.

Tornò alla MGM solo per un film finale, del 1952 Lovely to Look At.

Adrian non è mai stato nominato per un Academy Award in quanto la categoria dei costumi non è stata introdotta durante il periodo in cui ha lavorato per gli studios.

Un grave attacco di cuore nel 1952 costrinse Adrian al ritiro.

Adrian morì improvvisamente per un attacco di cuore all’età di 56 anni.

Fotografia e make up, sono gli elementi cardine del percorso trasversale e dinamico che, sin da giovane, ha segnato l’animo di Antonio Ciaramella. Se le sue origini partenopee gli hanno conferito l’arte del parlare romantico, la sua determinazione l’ha portato ad inseguire costantemente la bellezza.

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