Francesca Bertini

Francesca Bertini è stata la Diva del cinema muto italiano nel secondo ventennio del Novecento. Diva del Cinema

Francesca Bertini è stata la Diva del cinema muto italiano nel secondo ventennio del Novecento.

Diva del Cinema Muto Italiano

Francesca Bertini è stata la prima star del cinema internazionale, tant’è che nel 1915 fu coniato per lei il termine diva, nell’accezione moderna.

La pretesa di indossare per ogni scena un abito nuovo o l’immancabile tè delle cinque, in compagnia di altre donne; questi sono solo alcuni esempi del comportamento che l’attrice tenne in linea con il suo essere diva.La Bertini fu abile nel costruire la propria immagine e nel dosare le apparizioni pubbliche, con sorprendente modernità seppe affermare la propria sensualità femminile, interpretando pose da eroina decadente e ruoli da popolana, riuscendo ad attirare una folta schiera di imitatrici.

Nonostante la brevità della sua carriera, Francesca Bertini riuscì a far creare attorno a sé un alone di leggendario mistero che contribuì al protrarsi, per decenni, del mito del suo fascino.

Inizi della Carriera nel Cinema muto

Elena Seracini Vitiello, nacque a Firenze il 5 gennaio 1892, ma vicissitudini lavorative costrinsero il trasferimento della famiglia Vitiello a Napoli nel 1900.La sua carriera inizia nel 1908 posando per un film amatoriale; nei due anni successivi interpretò una ventina di film facendosi notare in pellicole sentimentali e drammatiche.

Ottenne un enorme successo nel 1915 interpretando il ruolo di protagonista in Assunta Spina dove riuscì a dimostrare spiccate qualità drammatiche e una recitazione caratterizzata da misuratezza e naturalezza.Doti sorprendenti per un’attrice che è passata alla storia per i suoi eccessi teatrali;

L’espressione corrente dell’epoca per indicare gesti di disperazione plateale era, infatti, il neologismo bertineggiare.
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Il Successo

I successivi ruoli che andò ad interpretare Francesca Bertini erano quelli delle eroine romantiche e tragiche del bel mondo, con passioni fatali ma infelici.francesca-bertiniSi distaccò quindi dall’immagine di napoletanità che l’aveva lanciata; anche se il fascino che emanava la sua figura gracile, dai capelli corvini e con uno sguardo intenso, la caratterizzò come un tipo di bellezza meridionale e popolaresca.

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Nel 1918 attrice milionaria e potente ma capricciosa fondò la Bertini Film.

La Vita Sul Set

Il fascino dell’attrice era dovuto in primis alla sua grande personalità.In diverse interviste raccontava di come funzionava la vita sul set e di come i primi anni del cinema italiano erano privi di tecnologia dall’illuminazione (solo naturale), all’assenza totale di make up (tra il 1911.e il 1915), fatta eccezione di un po di ombra sugl’occhi quando doveva fare la femme fatale e del rosa sopra le labbra.2La Bertini spiega che quando girava aveva appena diciassette anni, e se i ruoli prevedevano una donna di fascino, ammaliante e più matura, per caratterizzare il personaggio doveva applicare delle ombreggiature sulla palpebra.Continua ancora con l’aneddoto raccontando che l’ombretto lo ricreava con il fumo di addensamento di un fiammifero sotto un piattino, a quel punto prelevava con un dito il prodotto e lo applicava sulle palpebre.

Il Ritiro

Nel 1920 sposò il conte e banchiere svizzero Cartier e abbandonò, a soli ventinove anni, il cinema.Tentò un ritorno sul grande schermo con alcuni film francesi, ritorno che però si rivelò effimero.

La sua ultima apparizione risale al 1981 quando accettò di partecipare al film-documento per la televisione a lei dedicato.Francesca Bertini muore a Roma il 13 ottobre 1985.

Fotografia e make up, sono gli elementi cardine del percorso trasversale e dinamico che, sin da giovane, ha segnato l’animo di Antonio Ciaramella. Se le sue origini partenopee gli hanno conferito l’arte del parlare romantico, la sua determinazione l’ha portato ad inseguire costantemente la bellezza.

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