Francesco Pegoretti, Hair Designer

Ho incontrato Francesco Pegoretti in un caldo mattino di luglio. Ci siamo osservati giusto il tempo

Ho incontrato Francesco Pegoretti in un caldo mattino di luglio. Ci siamo osservati giusto il tempo per capire che siamo entrambi due appassionati del nostro lavoro.

Sciolto il ghiaccio dei primi minuti ha iniziato a parlarmi di lui, del suo lavoro come hair designer e della sua opera nel film di Matteo Garrone “Il Racconto dei Racconti”; un’opera ambientata nella prima metà del XVII sec. (1634-1636) tratta dai racconti postumi di Giambattista BasileLo cunto de li cunti”.

La pellicola, come molti film in costume, presenta tante insidie stilistiche, di tecnica e di interpretazione; le teste sono costruite in modo architettonico tuttavia risultano morbide e mai sproporzionate e tutte perfettamente contestualizzate in un “barocco onirico” di Corti cromaticamente disposte e divise.

Francesco mi ha parlato delle difficoltà tecniche , del grande studio di references e di come vorrebbe rifare il film con le sue idee nuove. Totalmente affascinato dal suo entusiasmo mi ha mostrato le foto dei suoi lavori devo dire meravigliosi.

Ho finalmente gustato tutti i dettagli scelti da Francesco, mai casuali, equilibratissimi, dettagli che nel film si sono persi o passati in secondo piano visto le scelte di regia.

Protagonisti e comparse tutte impeccabili, con questa intervista Francesco ci racconta in esclusiva il backstage del suo lavoro ed io ho il piacere di farvi conoscere, e di aver conosciuto, questo artigiano del cinema internazionale, Francesco Pegoretti.

Francesco presentati al pubblico di Timeless Beauty.

Mi chiamo Francesco Pegoretti ho 35 anni. Ufficialmente lavoro dal 1998 ma ho iniziato prima, da quando avevo 15-16 anni. Il mio debutto è stato con mia madre Alberta Giuliani, aiutandola con ammirazione sin da piccolo, quando preparava i suoi lavori e rubandole con gli occhi tutto quello che faceva. Tutto questo unito ad una grande passione per il cinema, la storia, e la storia dell’arte che invece mi aveva inculcato mio padre Mario, uomo di cultura, dotato di grande estro. II primo film in assoluto in cui ho mosso i miei passi come volontario, tra un anno e un altro del liceo, è stato “Othello” di Oliver Parker. Poi ho continuato ad accompagnare mia madre sul set dei suoi film (era il premio perché andavo bene a scuola!).

Finito il liceo mi sono iscritto all’Università alla facoltà di lettere con indirizzo storia dell’arte, altra mia grande passione. Quindi per i primi anni studiavo, davo esami e contemporaneamente iniziavo a fare l’assistente fisso come parrucchiere con mia madre e con altri parrucchieri del cinema. Arrivato ai 23 anni, nonostante avessi praticamente finito, ho lasciato l’Università era impossibile reggere i ritmi del set e quelli dello studio, ma ero felice, perché il lavoro andava bene, crescevo e comunque gli studi fatti mi avevano arricchito tantissimo.

Proprio in quell’ anno una parrucchiera mi chiama per andare con lei a fare un film a Belgrado ambientato alla Corte Estense di Ferrara all’inizio del 500. Partiamo, ma dopo una settimana lei deve tornare a Roma, lasciando me a fare il film. E da qui ho cominciato seriamente, come una catena, un lavoro mi ha portato a un altro e cosi via fino ad arrivare all’ ultimo di quest’anno, il remake di “Ben Hur“.

Come e quando è arrivata la richiesta della tua collaborazione nel film di Garrone?

La richiesta di partecipare al film di Garrone è arrivata a fine marzo dello scorso anno. A chiamarmi e stata Milena Canonero che inizialmente doveva occuparsi dei costumi del film. Avevo già sentito in giro che Garrone avrebbe fatto questo film meraviglioso e quando e arrivata la telefonata sono stato molto felice.

Ricordiamo che il Costumista è Massimo Cantini Parrini, raccontaci la vostra collaborazione lo scambio di idee il vostro incontro.

Con Massimo Cantini Parrini siamo stati da subito a stretto contatto, con grande armonia e collaborazione. Insieme abbiamo creato ogni personaggio del film, scambiandoci idee, cercando ispirazione da quadri e disegni, curando ogni ruolo, fino all’ultima comparsa.

Lui ha fatto realizzare fermagli, corone, decorazioni magnifiche che hanno arricchito e anche ispirato molte teste. Siamo stati molto uniti e questo e stato fondamentale. Certo il lavoro è stato duro ma lo abbiamo affrontato con un bellissimo spirito e ci siamo anche molto divertiti.

Collage corte 3

 Il tuo studio da quali immagini è iniziato? Quali sono quelle che ti hanno colpito di più?

Il film è strutturato in tre favole, ognuna con regno e corte diversa. Con Massimo abbiamo attinto a tre differenti momenti del ‘600. Per il regno di Salma Hayek gli inizi del secolo, più rigido e severo, in cui dominano i ritratti di Van Dyck della nobiltà genovese e quelli di Rubens dei Gonzaga.

Mentre per il regno di Vincent Cassel gli anni 20 del ‘600, nei molti ritratti di pittori anche anonimi meravigliosi. Per l’acconciatura di Dora regina ho preso spunto dal ritratto della figlia di Giacomo I Stuart realizzato da Marcus Gheeraerts “the younger”. Invece per il regno di Toby Jones l’ispirazione è venuta mentre giravamo al castello di Ariccia dove e conservata una bellissima collezione di ritratti noti come le “Belle” realizzati dal pittore fiammingo Ferdinand Voet.

Quali sono state le creazione più complesse? come le hai realizzate?

Credo la più complessa sia stata la creazione dei gemelli albini, nella storia per metà creature sovrannaturali, in quanto figli di un drago marino. Garrone chiese a me e al truccatore Gino Tamagnini di fare delle prove con photoshop, provando colori diversi di capelli, di occhi e di sopracciglia per dare un tocco di magico al loro carattere. Alla fine decise per gli albini, con un occhio azzurro e l’altro marrone! I due attori, naturalmente, erano di un castano bello scuro. Proposi subito di utilizzare delle parrucche ed evitare di decolorare i loro capelli.

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Prima difficoltà trovare i capelli bianchi. Con Piera la responsabile del laboratorio di parrucche “Rocchetti & Rocchetti” da cui provengono tutte le parrucche del film, siamo stati due giorni a decolorare vari campioni finchè abbiamo raggiunto il colore ottimale. Secondo problema dare la trasparenza e far sentire la pelle della cute. Ho fatto realizzare le parrucche con dei vortici molto leggeri, poi dei pezzi di calotta molto spessi da posizionare al centro della nuca, sotto la parrucca che oltre a dare la verità della trasparenza rifletteva sui capelli quel pallido rosa classico degli albini.

Qual’è la tua scena del film preferita e qual è l’acconciatura più bella del film.

Credo sia difficile trovare una preferenza. Sicuramente il finale, con tutte le tre corti presenti, in cui c’è un riassunto di tutti i look del film. Anche sull’acconciatura più bella non saprei, avendole studiate, amate e sofferte tanto; ma se proprio devo indicarne una, forse l’acconciatura di Bebe Cave nel ruolo di Viola nella scena del torneo.

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Com’è stato lavorare con Garrone? Ci sono state richieste che ti hanno lasciato sorpreso? Quanto sono durate le riprese? E le ore di laboratorio?

Lavorare con Garrone è stato molto intenso. Era la prima volta che lavoravo con lui, mi ci e voluto un po’ di tempo per entrare nei suo mondo! Pero devo dire che ho spostato da subito le sue idee e il suo entusiasmo, il suo amore per le facce e i caratteri anche delle comparse (valore per me fondamentale e purtroppo ormai raro), la costruzione psicologica e fisica dei personaggi, l’importanza di essere veri ma anche inventori cercando di non fare “il compitino” come ogni tanto mi diceva.

Le sue richieste mi hanno sempre motivato, lasciandomi anche molta liberta nei costruire un mondo di fiaba. Importane per Matteo, che viene dalla pittura, era realizzare una scala cromatica del film! La prima corte sulle dominanti del nero e bianco, la seconda dei rossi e dei colori caldi, la terza dei colori freddi e dei grigi!

La richiesta più divertente e geniale e stata quella di “macchiare” i capelli di Imma e Dora, le due vecchiette che tingono la lana. E cosi ho fatto! Usando colori per la stoffa. Con lui ho vissuto ogni inquadratura come la realizzazione di un quadro. Le riprese sono durate per 13 settimane, girando in location bellissime. Le ore di preparazione al mattino e poi di rimessa in piega la sera sono state molte, ma questo e inevitabile quando si affronta un film in costume.

Hai utilizzato tutte parrucche? Se no quali erano le teste acconciate con capelli propri? Le parrucche su misura le hai fatte tu o ti sei appoggiato ad un laboratorio?

Per il film ho usato tantissime parrucche! Mi sono servito della collaborazione e dell’appoggio straordinario della ditta “Rocchetti & Rocchetti“, come uso fare sempre in tutti i miei film. Ringrazio Manlio Rocchetti per avermi aiutato e per la sua disponibilità, e tutte le signore che lavorano nel laboratorio, artigiane preziose e uniche.

Come dicevo di parrucche ne ho usate tante, da quelle degli albini a quella rossa di Dora giovane, dalle vecchiette a quella di Cassel che ho amato molto. Senza considerare poi un mondo di parrucche colorate e non, per le comparse e i piccoli ruoli! Unici personaggi con i propri capelli la regina Salma Hayek e la principessa Viola, entrambe con dei capelli bellissimi, come non usarli?

salma sciolti

Cosa vuol dire essere caporeparto oggi? Quanti assistenti hai avuto per questo film?

Essere capo reparto certo non è facile. Responsabilità, professionalità e capacità organizzativa prima di tutto, mantenere sempre un buona armonia nel reparto e con tutti i reparti del film, dialogo, cultura, e scegliere collaboratori bravi e preparati, anche più di se stessi, riconoscere sempre le loro qualità e l’apporto che danno alla riuscita del lavoro, per me e fondamentale.

Nel “Racconto dei Racconti” ho avuto due collaboratrici eccezionali, Anna De Santis e Paola Genovese, che oltre ad essere due carissime amiche, sono due grandi professioniste. Non avrei fatto il film così come è se non avessi avuto loro accanto.

Timeless Beauty si occupa principalmente di cultura nelle epoche, hai un’epoca preferita? Qual è?

Ne amo tantissime, non saprei quale scegliere. Trovo in ogni epoca qualche elemento che adoro. A volte vedi dei ritratti con delle pettinature così meravigliose che sembra quasi impossibile raggiungere quella perfezione. Ogni epoca ha il suo fascino ed ognuna di esse nasconde tecniche e segreti. Il nostro lavoro e quello di studiarle,capirle, e poi riportarle ai nostri tempi contestualizzandole in una sceneggiatura.

In Italia ci sono moltissimi appassionati di make up e hairstyle, come mai in pochi conoscono il vostro lavoro e i vostri nomi?

Ma credo semplicemente perché e un lavoro dietro le quinte, ristretto in un unico campo! Poi, spesso, i nostri nomi vengono scritti nei titoli di coda e la maggior parte degli spettatori esce subito dalla sala prima di leggerli o spegne la tv come finisce il film o vengono proprio sfumati per dar spazio alla pubblicità.

Si intuisce perfettamente la preparazione culturale e tecnica di questo artigiano del cinema. Credo che Garrone sia riuscito pienamente nella realizzazione di questo sogno. Ho adorato il forte approccio pittorico carico di comunicazione non verbale attraverso l’utilizzo dei contrasti cromatici, come quello tra contrasti chiaro scuri per eccellenza nella scena in cui la Regina Salma Hayek divora il cuore o in quello del risveglio della sorella “bella” nella foresta realizzata con contrasti tra colori complementari… una gioia per la vista.

 “Fotografo Giovanni Savelli”

Fotografia e make up, sono gli elementi cardine del percorso trasversale e dinamico che, sin da giovane, ha segnato l’animo di Antonio Ciaramella. Se le sue origini partenopee gli hanno conferito l’arte del parlare romantico, la sua determinazione l’ha portato ad inseguire costantemente la bellezza.

1 COMMENT
  • Alessandra Venzi Ottobre 8, 2015

    Articolo pazzesco ! Eleganza e modernità … Conosco bene Franzcesco amici e numero uno in assoluto per me