Storia del Makeup: La Pellicola Ortocromatica

Almeno fino al 1926 circa, la maggior parte dei film in bianco e nero venivano

Almeno fino al 1926 circa, la maggior parte dei film in bianco e nero venivano realizzati con una pellicola ortocromatica.

Il Rapporto con lo Spettro del Visibile

La pellicola ortocromatica è sensibile al blu-viola dello spettro del visibile, ma insensibile alla gamma giallo-rossa.

A causa di questo, il risultato era un’alterazione dei colori tale da registrare il blu-viola come bianco/grigio e il giallo-rosso come grigio scuro/nero.

Uno schema cromatico che rappresenta come venivano registrati i colori da una pellicola sensibile al blu tratto dal libro “Make up 100 anni allo specchio” Ed. Efesto.

 

Le Complicazioni

Alcuni problemi creati da questo tipo di pellicola potevano essere per esempio gli occhi azzurri che nel fotogramma risultavano quasi bianchi.

Un cielo poco nuvoloso che ripreso appariva monocromatico e quindi estremamente piatto.Inoltre i volti apparivano scuri sullo schermo ed eventuali irregolarità delle pelle li facevano sembrare sporchi o macchiati; proprio perché la pelle ha tonalità presenti nella scala dei marroni, gialli e rossi.

Poiché l’intera gamma cromatica non poteva essere catturata, le differenze tonali appartenenti alla scala dei grigi erano molto limitate, di conseguenza nelle immagini si otteneva un contrasto maggiore di quanto fosse visibile nella realtà.

La Pellicola Ortocromatica e il Make-Up

Ciò significa che in un film, per quanto riguarda il makeup, erano presenti demarcazioni evidenti laddove ad occhio nudo avremmo trovato solo delle fusioni graduali.I primi cineasti tentarono di esaminare quale colore in particolare sarebbe risultato grigio una volta filmato, e ciò fu reso facile dalla visualizzazione delle scene attraverso una lente blu che donava una buona approssimazione tonale.Molti attori del cinema dei primi anni, in particolare coloro che provenivano dal palcoscenico, intervennero sul problema attraverso una copertura totale del viso, formulando un trucco alquanto pesante.La pratica divenne così comune, che nei primi film muti i volti di eroi ed eroine venivano resi del tutto bianchi, mentre il resto del cast che doveva passare in secondo piano indossava un trucco più leggero o quasi nullo, in modo da apparire più scuro sullo schermo.

Cleopatra (1912)

Nel film americano Cleopatra del 1912 interpretata da Helen Gardner, si possono notare le diverse tonalità della pelle.Evidente l’utilizzo della base solo sulla protagonista; mentre per gli altri personaggi, per il ruolo che avevano, si preferì la totale assenza di makeup o una colorazione della pelle più scura.

La Luce

Importante era anche la luce.I primi film, per contenere i costi ed avere una sufficiente fonte luminosa, furono girati in luoghi aperti sfruttandola luce naturale.Quando l’industria cinematografica diventò più prospera, furono introdotte luci artificiali che aiutarono a comprendere come potevano apparire sullo schermo le scene girate.I primi set abbandonarono le luci ad incandescenza usate di solito nel teatro e preferirono:Le lampade a vapore producevano una luce blu ideale per quel tipo di pellicola ma nel contempo donavano un risultato innaturale.Le lampade ad arco di carbonio emanavano una luce bianca, ma al contempo molto dura e responsabile di contrasti molto evidenti anche sul make up.

Fotografia e make up, sono gli elementi cardine del percorso trasversale e dinamico che, sin da giovane, ha segnato l’animo di Antonio Ciaramella. Se le sue origini partenopee gli hanno conferito l’arte del parlare romantico, la sua determinazione l’ha portato ad inseguire costantemente la bellezza.

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