Blush: La Storia

Storia del Make up: Il Blush "Luminosa e perfetta come la stella sorgente all’inizio dell’anno" Il blush

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Storia del Make up: Il Blush

“Luminosa e perfetta come la stella sorgente all’inizio dell’anno”

Il blush è sempre stato uno dei cosmetici più utilizzati da oltre 4000 anni poiché dona un colorito così detto “vivace” all’incarnato.

Un tempo veniva chiamato Rouge poi semplicemente Fard; ma per dargli la giusta connotazione, è stato deciso di cambiargli nome in Blush in epoca recente (flushing, flush, blushing) ovvero arrossamento, arrossire.

La Nascita

Precisamente possiamo collocare la nascita di questo cosmetico già negli anni dell’Antica Grecia e dell’Antico Egitto, dove la bellezza e l’estetica erano una cosa fondamentale.

In questa Era nascono moltissimi cosmetici, oltre al blush, poiché le donne e anche gli stessi uomini, se di rango elevato, si dedicavano infatti molto alla cura del corpo.

In Egitto il motto era:

“Il colorito splendente seduce con lo sguardo”

Esso veniva utilizzato sia sul viso che sulle labbra, come una sorta di rossetto.

Era una componente formata da ocra rossa a secco miscelata ad oli pregiati.

Nell’Inghilterra vittoriana il blush subì un arresto, poiché colorare il viso era considerato sinonimo di bassa moralità gli unici ad utilizzare il cosmetico erano prostitute e attrici.

Gli storici raccontano di donne che usavano pizzicarsi le guance e mordersi le labbra, per farle apparire più rosse.

La storia del blush nel XX secolo

Ma già in epoca Edoardiana la nuova classe sociale borghese ama essere in ordine utilizzando gli stessi cosmetici delle ormai conosciute dive del palcoscenico e della nuova arte cinematografica; in questo periodo si chiamava rouge e donava un aspetto in salute dall’apparenza delicata.

Negli anni 20 con l’emancipazione della donna aumentò l’utilizzo dei cosmetici; esso veniva applicato su un viso con diverse colorazioni, in ambito professionale seguendo la color harmony di Max Factor, in ambito commerciale seguendo il proprio gusto.

Tra gli anni 30 e gli anni 40, data la povertà si maceravano i petali di rosa nell’alcool, per poi applicare sulle gote il liquido rosso, un rimedio fai date che ha sempre funzionato, ma la cosmesi proponeva palette di blush in crema da abbinare al proprio incarnato.

L’Evoluzione

Negli anni 60 i colori si intensificarono verso i toni del marrone e nella seconda metà del decennio il blush divenne sempre più simile al bronzer.

Negli anni 80 veniva applicato anche sulla palpebra superiore per dare colore e la palette utilizzata si accende di contrasti caleidoscopici.

Con questo prodotto, i makeup artist del nuovo millennio suggeriscono di andare ad evidenziare alcune parti del viso per esaltare la perfezione e donare l’effetto bonne mine con blush in crema o in formulazione liquida.

Questo cosmetico è disponibile in almeno tre formulazioni basilari:

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Fotografia e make up, sono gli elementi cardine del percorso trasversale e dinamico che, sin da giovane, ha segnato l’animo di Antonio Ciaramella. Se le sue origini partenopee gli hanno conferito l’arte del parlare romantico, la sua determinazione l’ha portato ad inseguire costantemente la bellezza.