La bellezza metà anni 50

Le nuove correnti cinematografiche cambiano l’estetica. La bellezza metà anni 50 dopo anni passati a trasformare

Ingrid Bergman anni 50

Le nuove correnti cinematografiche cambiano l’estetica.

La bellezza metà anni 50 dopo anni passati a trasformare le star del cinema in “bambole di cera dipinta” le definisce Corson, perfette in ogni dettaglio, adesso cambia tendenza forse grazie all’influenza di Ingrid Bergman e al suo “natural look” dei film stranieri importati in particolar modo il neorealismo italiano e i film di Rossellini.

Gli occhi e le sopracciglia erano intensi ma non dipinti, le labbra erano più chiare, i capelli erano più casual e talvolta anche alcune imperfezioni, come le lentiggini, potevano essere mostrate.

La nuova Vamp

La vamp del terzo decennio del 900 è ormai un trend lontanissimo stipato nella categoria del costume i capelli e le sopracciglia della Harlow, la bocca di Crawford (smear), appartengono al passato, e le nuove star del cinema si preferivano con un’allure più semplice e meno costruita.

erace max factor

Il contributo di Max Factor si fa sentire anche in questo decennio e il mercato dei cosmetici nel 1954 vide lo spopolare di uno stick per il trucco color carne chiamato Erace, da utilizzare per nascondere le occhiaie o altre discromie della pelle. È stato usato occasionalmente da uomini e donne.

 

Uno dei maggiori successi di Factor fu il trucco Pan-Cake, nato nel decennio precedente e che nel 1953 vendette più di dieci milioni di pezzi.

Mandarini a Parigi

La bellezza metà anni 50 a Parigi,  andava di moda il trucco Mandarino, dove le sopracciglia erano completamente strappate alle estremità per disegnare un nuovo tratto a matita con un movimento verso l’alto e verso l’esterno. Il fondotinta era pallido, senza tracce di rosa, e le palpebre, fino alle sopracciglia, erano truccate di bianco.

 

Gli occhi erano bordati con una linea verso l’alto agli angoli esterni, in linea con le sopracciglia. La cipria era di un bianco puro. Il labbro superiore era piccolo e nettamente definito; quello inferiore era pieno e sensuale. Ma poche donne hanno seguito totalmente questa moda, la maggior parte hanno adottato alcune modifiche in base ai gusti personali.

 

Principi attivi nella cosmesi

Uno degli ingredienti cosmetici in voga nel 1955 era, la pappa reale, venduta a $ 15 l’oncia(28gr) per una crema contenente la gelatina che non avrebbe avuto nessun effetto ringiovanente sulla pelle, ma nessuno lo avrebbe mai potuto provare. Il pubblico pensa che più costa, più vale!.

 

I contenitori aerosol

per cosmetici erano una novità nel 1956 e promettevano di rivoluzionare l’applicazione di una serie di articoli da toeletta, ricordiamo che in “Make up 100 anni allo specchio” si da molto risalto all’invenzione di questa tecnologia comparsa dopo la seconda guerra, dove l’aerosol nasce da prima con una funzione bellica (pressurizzare un liquido gassoso e poi successivamente nebulizzarlo)poi nell’uso quotidiano con la nascita di molteplici prodotti “spray” dal profumo alla lacca, ma anche colla spray, vernice spray ecc…

Colori primaverili in primavera!

Nell’aprile del 1957 l’esperta di bellezza della regina, Claire West, si lasciò trasportare dall’avvento della primavera.

‘Tiriamo fuori la nostra tavolozza primaverile’, ha scritto, ‘e mescoliamo audacemente i nostri rosa azalea e camelia, verdi teneri e gialli, i blu e i lillà di scilla, anemone e immortelle.

Costruiamo il nostro trucco primaverile su due carnagioni inglesi di base, indipendentemente dal colore dei capelli. Indossare poca o nessuna cipria per non appesantire l’aspetto. Ma per tutti gli anni a seguire e oltre ogni stagione avrà il suo look con guardaroba di cosmetici da reinventare.

Vitamina A

Le donne inglesi stavano conoscendo un nuovo nutriente per la pelle alla vitamina A di Raymond, la crema Cellogen di Dorothy Gray, o il detergente al limone di Gala.

La Bellezza metà anni 50 e oltre… Uno studio su un gruppo di ragazze universitarie americane nel 1957 ha mostrato che il 99,7% usava il rossetto e il 79,4% usava la cipria (una tendenza importante che anticipa il cambiamento degli anni 60). Circa la metà di loro utilizzava matita per sopracciglia e mascara, anche se non regolarmente. L’opinione nei confronti del trucco di una ragazza dell’epoca era

“Preferisco la bellezza naturale alla bellezza artificiale, ma preferisco anche la bellezza artificiale alla naturale familiarità”. (Corson pag 544)

grafico Corson

 

I cosiddetti esperti consigliano che delle venti tonalità di rossetto disponibili, una studentessa universitaria ne acquista solo due: un rosa, un corallo o un rosso chiaro per le lezioni e una tonalità più profonda per la sera. L’uso del rouge rossiccio non era consigliato; ma se la mancanza di colore sembrava richiederlo, veniva suggerito un rosa delicato o un corallo.

 

Le notizie su riviste di settore verso la fine degli anni 50 sono

 

“Concentratevi sul trucco degli occhi: ombretto iridescente in stick facile da applicare, mascara in crema in un tubo e matite ma non quelle nere. Il modello di applicazione era ancora più o meno lo stesso.

  1. Ombretto vicino alle palpebre e sfumato verso l’alto e verso l’esterno
  2. una linea di matita vicino alle ciglia sulla palpebra superiore, che termina con un allungamento verso l’alto e verso l’esterno,
  3. mascara.

 

Source:

Antonio Ciaramella Make up 100 anni allo specchio Ed Efesto 2015

Richard Corson Fashions in Make up from ancient to modern times 1972 Universe book

 

Fotografia e make up, sono gli elementi cardine del percorso trasversale e dinamico che, sin da giovane, ha segnato l’animo di Antonio Ciaramella. Se le sue origini partenopee gli hanno conferito l’arte del parlare romantico, la sua determinazione l’ha portato ad inseguire costantemente la bellezza.

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