Film: Metropolis

Tra le opere simbolo del cinema espressionista vi è il più grande capolavoro di Fritz

Tra le opere simbolo del cinema espressionista vi è il più grande capolavoro di Fritz Lang: Metropolis (1927), contenete un messaggio di grande valore per la società.

Avanguardia

Ambientato in un ipotetico 2026, la divisione tra le classi sociali è ormai accentuata a punto tale da essere quasi esasperata. Analizzeremo come in questo capolavoro futurista il make up sia stato fondamentale per interpretare il linguaggio non verbale delle caratterizzazioni e di come già il contouring fosse presente nelle proposte beauty.

Nei grattacieli di Metropolis, città immaginaria del futuro, vivono i ricchi e gli industriali; mentre nel sottosuolo vivono gli operai, dimenticati da tutti e che lavorano incessantemente.

Lo Sfarzo

Il film si apre con una scena particolare: in un ipotetico giardino etereo vi sono alcune belle fanciulle che attendono l’arrivo del giovane Freder, figlio di Joh Fredersen, capo dell’intera città.

La scena è particolare perché incentrata sulla bellezza della donna.

E’ presente anche un anziano signore che si accerta che le ragazze siano perfette; mostrando una palette contenente delle cialde, un pennello ed un grande piumino, con i quali effettuerà i ritocchi sulla fanciulla.

Impressionante la cura dei dettagli legata al lusso dell’alta società, le teste sono ornate da preziosi accessori e i costumi sono ricchi e accurati.

Il Make-Up

Il tutto è accostato a un viso truccato in maniera impeccabile, rispecchiando le tendenze dell’epoca.

Prevale una base diafana, dove non sembrano esserci zone di ombre, infatti il viso frontalmente appare piatto; probabilmente il rouge sulle gote era talmente leggero da non essere percepito dalla telecamera.

Le sopracciglia prive di un punto di altezza, si chiudono sempre più in basso rispetto al tratto ascendete; gli occhi ricoperti da un’elegante sfumatura ed enfatizzati nella rima ciliare inferiore, fuoriuscendo di qualche millimetro.

Il labbro ridimensionato, concentrato nel mezzo della bocca, enfatizzando la forma a cuore nella parte superiore come ad evidenziare l’arco di cupido.

Il tutto dona un aspetto quasi regale, di massima elaborazione e raffinatezza.

Viene anche raffigurata la donna degli anni ruggenti, impegnata ad applicare il rossetto, con un gioiello-specchio da borsa.

Nonostante indossi uno sfarzoso copricapo, si riesce ad intravedere il taglio alla boyish, proprio degli anni ’20, così come il sopracciglio discendente e la bocca con una costruzione piccola.

Freder

Protagonista maschile è Freder, ignaro ciò che avviene nei sotterranei di Metropolis, viene raffigurato un giovane spensierato, dedito ai piaceri della vita.

Pertanto gli è stato conferito colorito diafano, etereo, privo di ombreggiature, con un’ intensificazione della rima ciliare superiore nell’angolo esterno. Le labbra sono prive di rossetto ma uniformate con l’incarnato.

La sua immagine resta invariata per tutto il corso del film, se non per qualche ombreggiatura o un cambiamento nella colorazione delle labbra; queste infatti diventano più scure, dalla presa di coscienza dell’esistenza di un mondo sotterraneo e dallo scambio di identità con un operaio.

Maria

Ma vero fulcro della storia è la protagonista femminile Maria, interpretata dall’attrice Brigitte Helm.

Inizialmente nel ruolo di insegnante e profeta, impersona una donna pacifista nell’intento di cercare una mediazione tra le due classi sociali.

Per queste ragioni viene rappresentata come una figura quasi angelica, con trucco evanescente, anche se sicuramente doveva avere uno spesso strato di cerone; lievi ombreggiature sugli occhi, per creare contrasto con i suoi colori correnti e farli risaltare. Le sopracciglia non troppo esasperate nella forma ma comunque leggermente discendenti e ad arco ed una bocca dipinta nella sua forma naturale.

I capelli dietro la testa restano piatti e sulla nuca raccolti in grandi trecce (con piccoli riccioli sciolti) sicuramente finte, dal momento che sembrano essere più scure dell’intera capigliatura; sul davanti invece, è incorniciata da morbide onde, quasi impercettibili.

Anche il suo abbigliamento, semplice ed umile, rispecchia il personaggio.

La Metamorfosi

In un secondo momento cambia identità, sembra incarnare il male, regalando il suo aspetto ad una macchina.

Di conseguenza notiamo suoi connotati mutare, a partire dalla scena in cui il robot ad avvenuta trasformazione, prende vita.

Il cambiamento fisico è stato realizzato aggiungendo delle ciglia finte e probabilmente anche tanto mascara, sulla rima ciliare superiore e inferiore, creando il tipico sguardo alla doll eyes.

Tutto questo le conferisce una connotazione prima mancante: sensualità.

Inoltre le labbra sembrano avere una forma più enfatizzata in prossimità dell’arco di cupido ed le onde dei capelli sono più evidenti.

Gli occhi in primissimo piano sono evidenziati anche dal nero che abbraccia tutta la rima ciliare; le ombreggiature più evidenti sottolineano il dorso del naso, accentuandone la punta.

Il suo aspetto assume una connotazione ancora più folle, gli occhi sono sempre più colorati, questa volta la sfumatura viene portata fino alle sopracciglia, le quali sono allungate nella parte discendente e nel punto di inizio, dove appaiono a punta, sottolineando una forma ad arco.

Indimenticabile la scena in cui Maria-robot si esibisce in un locale di divertimento per l’aristocrazia maschile di Metropolis.

Il trucco accentuato sempre più sugli occhi poichè deve rappresentare i sette peccati capitali, la porta a mostrarsi agli occhi degli uomini come l’ideale di donna perfetta, irraggiungibile.

Rotwang

Inventore del robot non che delle macchine di Metropolis è lo scienziato Rotwang, interpretato dall’attore del dottor Mabuse.

Ancora una volta ritroviamo uno sguardo da folle e allo stesso tempo malefico.

La zona oculare è resa scura e ben visibile ma sotto le luci artificiali del set appare più tenue.

Le sopracciglia sono state ridisegnate o almeno infoltite ed allungate nel tratto discendente, quasi ad incorniciare gli occhi.

Ugualmente truccata così, appare la spia del signor Fredersen, dalle sembianze poco raccomandabili. Per quanto riguarda il dittatore-capo della città, il suo trucco come spesso avveniva al tempo consiste solo nella bordatura nera dell’occhio.

Fotografia e make up, sono gli elementi cardine del percorso trasversale e dinamico che, sin da giovane, ha segnato l’animo di Antonio Ciaramella. Se le sue origini partenopee gli hanno conferito l’arte del parlare romantico, la sua determinazione l’ha portato ad inseguire costantemente la bellezza.

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