Marlene Dietrich

La Vita Nata come Maria Magdalena von Losch, Marlene Dietrich, sin da giovanissima è stata amante

La Vita

Nata come Maria Magdalena von Losch, Marlene Dietrich, sin da giovanissima è stata amante della musica, studiò infatti violino.

Marlene iniziò la sua carriera artistica inizialmente come cabarettista a Berlino, successivamente si dedicò al cinema, sotto la guida di Max Reinhardt, che la impose come figurante in una serie di film muti anni venti.

Si sposò una sola volta, con il produttore Rudolp Sieber, da cui ebbe una una figlia, Maria, che seguendo le orme della madre divenne un’attrice.

Il Successo

Dopo il successo de L’angelo azzurro nel 1930 inizia la scalata verso la celebrità internazionale.

Quando l’avvento del sonoro segnò il declino delle stelle hollywoodiane, che sfortunatamente non avevano una bella voce, Marlene Dietrich e altre attrici dotate di una voce calda e sensuale, divennero famose.

La Paramount fece di lei un’autentica stella e il suo mito oscurò completamente quello della divina Greta Garbo.

Al termine del sodalizio con il regista tedesco Sternberg, che l’aveva plasmata, si liberò della figura di vamp glaciale, riuscendo a ridimensionarsi nella sophisticated comedy.

Malgrado numerose richieste, non si è mai prestata ad apparizioni televisive.

Accanita fumatrice con una media di 80 sigarette al giorno, è stata anche la prima donna ad aver stipulato con i Lloyd’s di Londra un’assicurazione sulle proprie gambe, proprio come Betty Grable.

Il Declino

Distrutta dall’alcol e ridotta in povertà quasi assoluta si ritira a Parigi, immobilizzata al letto per un decennio.

Sulla biografia The Grand Surprise è riportato un inedito aneddoto riguardante questo periodo, in cui si racconta che Marlene cantò al telefono 5 giorni su 7, per 5000 dollari a prestazione, le proprie canzoni ad un fan americano, miliardario e ossessionato dalla sua voce.

Morì per una malattia renale cronica, in totale solitudine.

Lasciò la sua vasta collezione di cimeli alla città di Berlino, compresi i propri diari con oltre 300mila testimonianze dirette, esposte al Museo della capitale tedesca.

Curiosità

Una delle tante manie di Marlene era quella per gli specchi: spendeva infatti quasi tre ore della giornata a truccarsi freneticamente.

Era così ossessionata dal make-up, che dopo ogni abbraccio con gli amici, correva ad appartarsi per ritoccarsi.

Inoltre era solita cospargersi i capelli con un’oncia di polvere d’oro per farli riflettere ancor di più.

Masticava continuamente bucce di limone per serrare ancor di più i muscoli della bocca.

Dopo la rigida dieta impostale dal regista Sternberg, si fece estrarre quattro molari per avere una dimensione facciale ancor più drammatica.

Dichiaratamente bisex, ha intrecciato relazioni sessuali con molte donne di Hollywood, tra cui anche Greta Garbo; tra gli uomini c’è anche il più grande amore della sua vita, Jean Gabin.

Nel film Marocco iconica la sua performance canora, in cui, vestita da uomo, bacia una donna del pubblico: il primo bacio omosessuale della storia del cinema.

Lo Stile Mascolino

Il suo successo, oltre allo straordinario talento recitativo e alle indubbie doti canore, è merito anche dall’inconfondibile stile androgino, che la rese un’icona di stile e un modello di ambiguità.

Il suo look e il segreto del suo stile è infatti racchiuso nel sapiente equilibrio fra maschile e femminile.

La scelta degli abiti cadeva sempre su vestiti rigorosi e maschili nei tagli, femminili nei tessuti, con sete e pellicce.

Stesso equilibrio negli accessori:

  • sì al papillon e alla cravatta, ma con sandali e pochette;
  • Il cappello maschile, ma la camicia di seta;
  • L’orologio maschile e le perle.

 Indossava inoltre pochi gioielli, ma decisamente evidenti.

Marlene Dietrich fu anche la prima donna ad indossare i pantaloni.

Gli anni ‘30 segnarono il ritorno dell’eleganza, con un Hollywood incanta dai grandi abiti da sera  di Jean Harlow e Greta Garbo, mentre Marlene Dietrich indossava abiti maschili e pellicce di volpe rossa.

La Disciplina

La professionalità e la determinazione della Dietrich sul set erano proverbiali.

Con la disciplina pretendeva da sé stessa un’interpretazione perfetta, che andasse a coprire qualsiasi pecca sul profilo dell’interpretazione drammatica.

Nel film Capriccio Spagnolo,Sternberg aveva ideato una scena con il primo piano di un palloncino che scoppia e il volto della diva.

Così venne richiesto a Marlene di restare impassibile allo scoppio del palloncino, evitando il riflesso naturale di sbattere le palpebre: essa si sottopose a prove estenuanti, ma alla fine riuscì ad eseguire una performance perfetta.

È stata protagonista anche di molte pubblicità come Dior e Lucky Stike.

Il Make-Up

Negli anni ‘30 i truccatori erano diventati molto abili, il trucco modellava e abbelliva il viso con sapienti chiaro-scuri.

Fu proprio Max Factor a reinventare la sua immagine hollywoodiana, valorizzandone i lineamenti e ingrandendole lo sguardo grazie a pesanti strati di ombretto.

Il make-up inoltre evidenziava l’ampiezza delle palpebre e le sopracciglia sottilissime si inarcavano, sfiorando talvolta l’esagerazione.

Marlene Dietrich le depilava completamente, ridisegnandole altissime con un segno esilissimo.

Gli occhi avevano una linea discendente per accentuare lo sguardo languido.

La bocca, che era truccata esclusivamente di rosso, aveva assunto dimensioni più naturali, con contorni dalla forma arrotondata, ma ancora non si pensava ad una bocca grande.

Pertanto il trucco era accurato e volto a sottolineare la femminilità e la drammaticità del viso di Marlene:

  • Occhi ben sottolineati, soprattutto nell’incavo oculare;
  • ciglia ben separate, lunghe e arcuate;
  • la bocca sensuale col rossetto scuro ma luminoso al centro, per aumentarne la carnosità;
  • zigomi evidenti.

Un trucco impeccabile e raffinato quindi, dall’incarnato perfetto, pallido ed uniforme, solcato solo dalle profonde ombre sotto gli alti zigomi.

Gli Occhi

Gli occhi, profondi e languidi, vengono resi ancora più ammalianti disegnando delle sopracciglia ad arco nette, sottili e perfette, che si aprono all’attaccatura del naso proseguendo fino alle tempie.

Il colore scelto per la palpebra mobile è molto scuro: parte vicino alla base interna delle sopracciglia sino ad alzarsi, raggiungendo anch’esso le tempie.

Il languore dello sguardo è ulteriormente definito grazie alle ciglia finte e all’uso di una matita bianca all’interno dell’occhio, ad accentuare il contrasto con il colore dell’ombretto.

Le Labbra

Le labbra sono delineate con una matita rosso scura ed un rossetto mat.

Un leggerissimo tocco di gloss veniva applicato solo al centro del labbro inferiore, per renderle ancor più voluttuose e farle emergere, come gli occhi, dal chiarore del perfetto incarnato di porcellana.

I Capelli

E’ un mix di contrasti in cui il gioco di chiaroscuri raggiunge la sua massima espressione e voluttà,
grazie alla morbida chioma di colore biondo chiaro.

Marlene Dietrich spesso portava i capelli pettinati all’indietro, per richiamare la moda maschile della brillantina, ma liberi dietro con le meravigliose onde anni ’30.

 

 

 

 

Fotografia e make up, sono gli elementi cardine del percorso trasversale e dinamico che, sin da giovane, ha segnato l’animo di Antonio Ciaramella. Se le sue origini partenopee gli hanno conferito l’arte del parlare romantico, la sua determinazione l’ha portato ad inseguire costantemente la bellezza.

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