Le sopracciglia nell’antica Roma
Le sopracciglia nell'antica Roma, com’era lo sguardo delle giovani donne alla moda? Nel “Ars Amatoria”
Le sopracciglia nell’antica Roma, com’era lo sguardo delle giovani donne alla moda? Nel “Ars Amatoria” Ovidio si indirizza verso una donna sul tema del make up e sopracciglia. “l’arte nel riempire lo spazio tra le sopracciglia”. La cosa straordinaria nello studiare le antiche civiltà sta nel trovare moltissime similitudini all’estetica moderna.
Se fosse stato necessario per far brillare di più gli occhi utilizzavano la polvere di cenere con lo zafferano appena raccolto sulle rive del fiume Cidno…
Per scurire le sopracciglia, i romani usavano una preparazione fatta di antimonio, piombo o fuliggine. Le sopracciglia scure erano sintomo d’intelligenza per i romani. Plinio raccomandava alcune pomate per i capelli e metteva in guardia da alcune che risultavano nocive.
Marco Valerio Marziale accusava Galla di mentire poiché le sue espressioni erano finte poiché le sopracciglia erano state totalmente truccate dai suoi schiavi!
Le sopracciglia nell’antica Roma. Tratto da Sabina di Carl Boettiger…
ciglia nere e sopracciglia ben arcuate che terminano alla radice del naso e quasi si uniscono, sono considerate necessarie alla bellezza di una donna. Lo schiavo si chiamava Stimmi, una parola che in greco significava nero per gli occhi e che i romani, con una lieve alterazione, avevano fatto stibium (parola che identifica l’antimonio. Era una polvere di piombo, antimonio o bismuto. In realtà, la parola era usata per riferirsi a qualsiasi trucco, anche al rouge.
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Richard Corson Fashion in Make up from ancient to modern times1971 Universe book