Helena Rubinstein

Helena Rubinstein è stata un influente donna d'affari polacca. E' stata la fondatrice e l'eponima della

Helena Rubinstein è stata un influente donna d’affari polacca.

E’ stata la fondatrice e l’eponima della società di cosmetici Helena Rubinstein Incorporated, che l’ha resa una delle donne più ricche del mondo.

Le Origini

Helena Rubinstein, nata con il nome di Chaja Rubinstein, il 25 dicembre 1872, era la primogenita di otto figlie.
I suoi genitori, ebrei polacchi, erano negozianti a Cracovia, nella Piccola Polonia, che poi divenne parte dell’Austria-Ungheria.

La Rubinstein emigrò dalla Polonia in Australia nel 1902, senza soldi e senza conoscere bene l’inglese.

La Sua Crema

I suoi vestiti eleganti e la carnagione lattea non passarono inosservati tra le signore della città, così presto trovò acquirenti entusiasti per i vasetti di crema di bellezza nel suo bagaglio.

Sfruttando così il mercato, cominciò a produrre la crema da sola, fortunatamente un ingrediente chiave della crema, la lanolina, era prontamente disponibile; infatti Coleraine, la città in cui suo zio aveva un negozio, ospitava circa 75 milioni di pecore che producevano abbondanti quantità di grasso o cera di lana, chimicamente note come lanolina.

Per mascherare l’odore pungente della lanolina, la Rubinstein sperimentò lavanda, corteccia di pino e ninfee.

Rubinstein ebbe un litigio con suo zio, ma dopo un breve periodo come istitutrice, iniziò a fare la cameriera alle sale da tè Winter Garden a Melbourne; qui trovò un ammiratore disposto a raccogliere i fondi per lanciare la sua Crème Valaze.

Con un costo di dieci centesimi e una vendita di sei scellini, spariva dagli scaffali alla stessa velocità con cui riusciva confezionarla.

Il Successo

Nota ai suoi clienti solo come Helena Rubinstein, con i suoi guadagni, aprì un salone nell’elegante Collins Street, vendendo il glamour come scienza ai clienti, la cui pelle veniva diagnosticata e per poi prescrivere un trattamento adatto.

Il passo successivo fu aprire un nuovo salone a Sydney e in cinque anni i profitti australiani furono così alti da finanziare un Salon de Beauté Valaze a Londra.
Come tale, Rubinstein formò una delle prime aziende cosmetiche al mondo.

La sua attività imprenditoriale ha avuto un enorme successo e più tardi, usò la sua enorme ricchezza per sostenere istituzioni caritatevoli nei campi dell’educazione, dell’arte e della salute.

Rubinstein espanse rapidamente la sua operazione.

Nel 1908, sua sorella si occupò di gestire il negozio di Melbourne, mentre, la Rubinstein con i suoi 100.000 dollari, le donne infatti all’epoca non potevano ottenere prestiti, si trasferì a Londra; qui iniziò quella che sarebbe diventata un’impresa internazionale.

Un Carattere Pungente

Rubinstein organizzava sontuose cene e divenne famosa per le battute apocrife, come quando Marcel Proust le chiese quale trucco avrebbe potuto indossare una duchessa.

Lei lo liquidò sommariamente perché odorava di naftalina. La Rubinstein commentò più tardi:

“Come potevo sapere che sarebbe diventato famoso?”

Uno dei numerosi detti di Rubinstein era:

“Non ci sono donne brutte, solo pigre”.

Gli Stati Uniti

Allo scoppio della prima guerra mondiale, si trasferì a New York City, dove aprì un salone di cosmetici nel 1915, il precursore di una catena in tutto il paese.

La rivalità con Elizabeth Arden

Questo fu l’inizio della sua feroce rivalità con l’altra grande donna dell’industria cosmetica, Elizabeth Arden.

Sia Rubinstein che Arden, che morirono entro 18 mesi l’uno dall’altro, erano infatti delle capaci arrampicatrici sociali.

Erano inoltre profondamente consapevoli che un marketing efficace e un packaging lussuoso avrebbe attratto le donne; erano anche certe che le testimonianze delle celebrità, il valore percepito dal sovrapprezzo e la promozione della pseudoscienza della cura della pelle avrebbero fatto spopolare i loro prodotti.

La loro rivalità è anche descritta nel documentario, The Powder and the Glory del 2009 di Ann Carol Grossman e Arnie Reisman.

Un Genio negli Affari

Fu la prima donna auto-prodotta a diventare milionaria, un risultato che lei doveva principalmente alla pubblicità, sapeva infatti come fare pubblicità, usando la paura con un po’ di bla bla; introdusse inoltre il concetto dei vari tipi di pelle problematici.

Fu anche pioniere nell’uso del marketing, indossando un camice da laboratorio in molte pubblicità, nonostante la sua unica formazione fosse stata un tour di due mesi delle strutture per la cura della pelle in Europa.

Sapeva come manipolare l’ansia dei consumatori, inoltre se un prodotto vacillava, alzava il prezzo per aumentare il valore percepito.

Dal 1917 Rubinstein si occupò della produzione e della distribuzione all’ingrosso dei suoi prodotti.

Il Giorno della bellezza nei vari saloni divenne un grande successo.

Nel 1928, vendette l’attività americana a Lehman Brothers per $ 7,3 milioni ($ 88 milioni nel 2007).

Dopo l’arrivo della Grande Depressione, ha riacquistato lo stock quasi inutile per meno di $ 1 milione e alla fine ha trasformato le azioni in valori di svariati milioni di dollari, stabilendo saloni e punti vendita in quasi una dozzina di città degli Stati Uniti.

La sua successiva SPA al 715 della Fifth Avenue includeva un ristorante, una palestra e tappeti del pittore Joan Miró.

Ha incaricato l’artista Salvador Dalí di disegnare una compatta in polvere e un ritratto di se stessa.

Una Grande Eredità

La Rubinstein morì il 1 aprile 1965 per cause naturali.

Nel 1973, la società Helena Rubinstein, Inc. fu venduta a Colgate Palmolive, ed è ora di proprietà di L’Oréal.

La Fondazione Helena Rubinstein, che era stata fondata nel 1953, ha operato fino al 2011, distribuendo quasi $ 130 milioni nel corso di sei decenni, principalmente per l’educazione, le arti e le organizzazioni basate sulla comunità a New York.

Fotografia e make up, sono gli elementi cardine del percorso trasversale e dinamico che, sin da giovane, ha segnato l’animo di Antonio Ciaramella. Se le sue origini partenopee gli hanno conferito l’arte del parlare romantico, la sua determinazione l’ha portato ad inseguire costantemente la bellezza.

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