Il Make-up Nell’Epoca Edoardiana

All'inizio del Novecento, ancora in piena epoca edoardiana, il trucco era un tabù: la pelle

All’inizio del Novecento, ancora in piena epoca edoardiana, il trucco era un tabù: la pelle doveva essere liscia e bianca e i colori erano lasciati alle donne di dubbia reputazione.

Ma nel periodo delle rivoluzioni nella moda e nello stile anche il make-up non fece eccezione.

La Pelle

Durante l’epoca edoardiana le donne cercavano di avere una pelle il più bianca possibile, per questo applicavano sul viso lozioni e tonici a base di succo di limone.

Il colorito pallido della pelle era infatti segno di appartenenza alla nobiltà: l’abbronzatura era propria di persone che lavoravano all’aperto e nei campi; mentre le donne dell’alta società erano solite stare in casa o in luoghi riparati dal sole.

Molto del tempo trascorso in casa era dedicato alla cura del viso: Le donne applicavano costantemente creme e lozioni che le aiutassero a mantenere un aspetto giovane e la pelle morbida.

Per mantenere un aspetto giovane, nelle principali città esistevano esclusivi saloni di bellezza, in cui le donne potevano sottoporsi a vari trattamenti.

Il Make-Up

L’unico cosmetico socialmente accettato era contenuto in piccoli vasetti e veniva applicato su guance, occhi e labbra e poi tamponato con della carta assorbente.

Le donne dell’epoca particolarmente audaci iniziarono a mescolare diversi colori, cercando di raggiungere un duplice obiettivo: avere un aspetto giovane e florido ma senza che si notasse la presenza del trucco.

Il make-up come lo intendiamo oggi era riservato solo alle donne di spettacolo o a quelle di strada.

Pertanto solo andare alla ricerca di cosmetici era considerato ancora un qualcosa di scandaloso e tutto veniva fatto furtivamente.

L’Evoluzione

Ma la situazione cambierà molto velocemente: già nel 1909, Gordon Selfridge lanciò a Londra, precisamente in Oxford Street, i primi banchi di cosmetici dove le donne potevano provare i vari preparati prima dell’acquisto.

Selfridge non fu certo il primo ad occuparsi di cosmesi femminile, infatti all’epoca erano già famosi profumieri particolarmente importanti come:

  • Houbigant (1775);
  • Rimmel (1834);
  • Bourjois (1863);
  • Shiseido (1872);
  • Ponds (1872);
  • Richard Hudnut (1888).

Questi però si occupavano prettamente la cura della pelle, oltre che, naturalmente, i profumi.

Ma è proprio in questi primi anni del XX secolo che nacque il vero e proprio make up, grazie alle grandi innovazioni che portarono personaggi come:

  • Helena Rubinstein (1903);
  • Papier Poudre (1903);
  • Coty (1904);
  • Princess Pat (1907);
  • Harriet Hubbard (1907);
  • Max Factor ( 1909);
  • L’Oréal (1909);
  • Elizabeth Arden (1910).

La Prima Guerra Mondiale e l’arrivo dei primi film girati ad Hollywood contribuirono a rendere  popolari nomi come:

  • Lady Esther (1913);
  • Cutex Nail Polish (1914);
  • Maybelline (1915);
  • Dorothy Gray (1916);
  • Marie Earle (1918).

Tutti nomi di rilievo che si sono impegnati per cambiare il modo in cui le donne pensavano loro stesse.

Col tempo i cosmetici cominciarono così a diffondersi e durante le serate una donna poteva copiare i famosi volti femminili della scena.

Fotografia e make up, sono gli elementi cardine del percorso trasversale e dinamico che, sin da giovane, ha segnato l’animo di Antonio Ciaramella. Se le sue origini partenopee gli hanno conferito l’arte del parlare romantico, la sua determinazione l’ha portato ad inseguire costantemente la bellezza.

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